domenica 19 gennaio 2014

Grazie a tutti!



Grazie a tutti!
Grazie alla Parrocchia dei Quercioli, nelle persone di don Mario e Giancarlo, che ci ha accolto a braccia aperte, grazie a Stefano Bigi che da sempre “sostiene” le nostre voci e a Dario che puntuale documenta l’immagine del nostro impegno e della nostra emozione. Ma grazie soprattutto a voi che avete affollato di generosità il teatro Parrocchiale dei Quercioli.
         Ringraziamo anche l’UNITALSI che ci ha dato l’opportunità di valorizzare questo nostro “sentire in comune” una genuina passione per il Teatro fatto (alla meglio) in prima persona.
Grazie a loro siamo riusciti a trovare di nuovo e miglior risposta a quella domanda che spesso (specialmente durante le serate di prove) ognuno di noi si pone: “Ma per cosa lo facciamo?”
         Un’amica mi ha detto che di momenti spensierati da condividere ce n’è bisogno. Tutti voi con generoso giudizio ci dite che siamo stati molto divertenti e bravissimi.          Bravissimi …? Forse, ma certamente ad emozionarci nuovamente, rimettendoci in gioco come ragazzi. Noi speriamo di aver dato l’immagine di un gruppo di amici che si diverte, che ha imparato a crescere insieme in questa realtà scenica che ci “rapisce” dalla frenesia e dai problemi di ogni giorno.  Una realtà virtuale (termine tanto usato oggi) nella quale ci sentiamo bene perché la finzione che con fatica ed entusiasmo frequentiamo è generosa di insegnamenti utili.
         Lo spettacolo che abbiamo offerto non è di grande valore teatrale, ma non sarebbe mai nato se, giorno dopo giorno, prova dopo prova, non avessimo imparato ad aiutarci, ad aspettarci, a tenere lo stesso ritmo, ad ascoltare attentamente gli altri e ad accettare la correzione fatta fraternamente.
         I nostri buffi personaggi sono quasi sempre tagliati su di noi come abiti fatti su misura (e non sapremmo indossarne altri) secondo i nostri pregi e i nostri difetti, le nostre qualità e i nostri limiti e come amici sinceri ci aiutano ad accettarci così come siamo. Se poi la nostra passione fa nascere uno spettacolo che diverte e rasserena un po’ ed insieme alla vostra generosità contribuisce concretamente al prezioso lavoro di un’Associazione, quale miglior premio possiamo desiderare?
Questa più o meno è la nostra Compagnia che non ha neppure un nome, anche perché un nostro segreto è quello di non prenderci troppo sul serio.
Anche se … A son o a ne son el Pretoro ‘nzemo al me Cancelliero !?
  Mo però a la facce finita perché a ho furia! A deve andare …  a magnare dala me socera!           

venerdì 20 dicembre 2013

La VI Edizione di "Dò risate 'n masseso" presenta: " 'n Tribunalo " atto unico con prologo in dialetto massese

Abbiamo cominciato quasi per scherzo nel 2008 ed anno dopo anno ci abbiamo creduto sempre di più galvanizzati dall' entusiasmo del nostro pubblico che nel Teatro all'aperto della nostra Parrocchia di San Pio X, durante le manifestazioni estive "Luci a San Pio X", non ha mai mancato di sostenerci con il suo benevolo ma sincero applauso. La nostra caratteristica forse più originale e godibile anche per chi viene ai nostri spettacoli è che siamo (quasi) attori che si adattano ai personaggi creati per loro e nello stesso tempo personaggi che cercano di forzare, per quanto possibile, le caratteristiche e le attitudini degli attori.
Il recente invito di UNITALSI a replicare lo spettacolo dell'agosto scorso ci riempie di orgoglio per la buona causa per la quale raccoglieremo le offerte, ma anche perché è la prima volta che replichiamo uno spettacolo e per giunta "in trasferta".
Vi aspettiamo numerosi!

giovedì 10 ottobre 2013

A Giuseppe Verdi nel bicentenario dalla nascita



I versi e le note ...


nel sangue degli acini bruschi
duelli ed agguati nel pugno
spremuti per vespri ed amori.
                                     
Amori giurati e negati
come armonici freschi pendii
di colline bramate, sognate.      

Nei mesti cortei di braccianti
coi carri di roba, le nebbie
e la voce della patria che geme

Nel culto di piramidi d’oro,
dalle dune dei campi mietuti,
composte in profumati granai.

In storie che traman la notte
narrate da vecchi e scudieri
al  caldo di stalle e destrieri

o in fondo a fumanti caldaie
tirate come bestie da streghe
dentro l’aia per zoppe carraie.

Nell’orgoglio e nel pianto
di cuori deformi e di re
e nel loro riscatto nel canto.