giovedì 10 gennaio 2008

Là, sulla Foce

Verde strada del mattino
che da anni mi dai il tuo silenzio,
fra pini e vigneti mi ascolto,
tolgo i volti ed i pensieri
dallo scrigno della notte.
Placo, o talora libero
le ansie, gli entusiasmi, i voli,
ma più spesso il lavoro m’invade.
Pochi gli istanti di questa montagna in città,
ma in essi vi è tutto,
quando il giardino della mia mente
è ben ripulito dal soffio del riposo.
Aiutata dal vento, la sera mi premi:
dall’alto spingo lo sguardo
e godo di casa, il castello, il mare,
a volte perfino d’isole e monti...
sospesi nel cielo, nel sogno!
E allora tutte le parole,
dette e ascoltate,
si spengono e si posano a terra
col fruscio della pioggia
d’un fuoco d’artificio.
Profumate colline,
come il braccio di un pendolo
scandite il mio tempo.
Avare, rallentate i giorni
nell’attesa della festa
e prodighe siete con gli anni
che fuggon veloci.



Marzo 2000

1 commento:

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